No justice no peace di Gioacchino Orlando

GIOACCHINO “JACK” ORLANDO – Calabrese d’origine, romano d’adozione, classe 1992. Militante autonomo, lavoratore precario e studioso del movimento operaio, è stato coautore del volume “Combatti la paura”, pubblicato da Il Galeone, editore per il quale cura la collana di saggistica.

“NO Justice NO Peace memoria, identità, organizzazione e violenza nella lotta per l’autodeterminazione afroamericana”, scritta da Gioacchino Orlando, è una delle tesi vincitrici della seconda edizione del Premio di laurea Francesco Lorusso.

Questa tesi, come ci spiega l’autore nella sua introduzione, mira a “indagare e ricostruire il processo per cui, tramite la mobilitazione ed aggregazione politica, il proletariato e sottoproletariato afroamericano abbiano parallelamente costruito, da un lato, la propria identità collettiva in quanto soggetto sociale, dall’altro abbiano costruito le basi per un suo riconoscimento in quanto soggetto di diritto all’interno della cornice democratico-capitalista americana”.

L’analisi si svolge in un arco temporale che inizia negli anni ’50 del Novecento (ma anche con un capitolo che riguarda l’antecedente periodo della schiavitù), ricostruendo il percorso del movimento afroamericano che aprì gli Stati Uniti ad una stagione di lotta e partecipazione politica mai vista fino a quel momento, fino ad arrivare alla vigilia dei giorni nostri, che vede il popolo dei ghetti riattivarsi nel movimento Black Lives Matter nato in opposizione alla crescente brutalità poliziesca contro la popolazione nera, diventato ancora più acuto all’epoca di Trump, e la nascita ai tempi di “Occupy Wall Street” di “Occupy the Hood”, movimento nato in difesa delle comunità nere e di altre minoranze etniche.

I principali avvenimenti storici di quel periodo vengono ricostruiti attraverso una griglia interpretativa che fa riferimento a Marx e Fanon.

L’autore si concentra sul doppio binario che caratterizzò la lotta dei neri americani per la propria autodeterminazione: da una parte la richiesta di accesso ai diritti civili , portata avanti anche con grandi marce pacifiche, e la ricerca di una strategia per consentire ai neri di partecipare alla vita politica e sociale. Dall’altra parte gli episodi di ribellismo acuto e diffuso che scoppiarono all’interno dei ghetti delle città, cioè rivolte senza un programma specifico, senza capi e senza una strategia prestabilita, non rivendicando nessun tipo di riconoscimento politico, ma scaturendo dalla necessità di uscire da una condizione materiale ed esistenziale intollerabile per la quale gli afroamericani furono soggetti protagonisti per oltre quattro secoli di storia. Queste rivolte urbane, i riots, furono lo strumento utilizzato dalle masse subalterne per imporre la propria verità, che veniva continuamente oscurata. Inoltre l’autore si sofferma sul “salto” che a un certo momento queste lotte hanno effettuato collegandosi ai movimenti di liberazione dell’Africa degli anni ’70 e riconoscendosi come “colonia interna”, allargando inoltre la lotta all’interno degli Stati Uniti alle altre minoranze, e più in generale al proletariato e al sottoproletariato. La lotta contro una società razzista non poteva disgiungersi dalla lotta contro il capitalismo. Tutto questo mentre una parte della borghesia nera ha continuato a reclamare i propri diritti civili senza politicizzare la questione.

Il lavoro si è sviluppato tramite la ricerca di fonti che ricostruiscono il periodo storico con una ricca letteratura di riferimento, mentre per quanto riguarda l’età più recente, per la quale non esiste ancora una storiografia, l’autore si è basato su articoli di giornale, reportage e su interviste agli attivisti interessati apparse su testate online.

COLLANA: UNALTRASTORIA
Pagine: 226
Formato: 13×20 brossurato con bandelle
ISBN: 9788867180165

Prezzo: 16.00 EURO

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